La gravidanza rappresenta una delle fasi più delicate nella vita di una donna, che si trova spesso a riflettere sui possibili risvolti negativi di abitudini quotidiane ritenute innocue fino a poche settimane prima. Tantissime future mamme, ad esempio, si chiedono se la colorazione tricologica possa nuocere in qualche modo alla salute del nascituro.
In effetti, sebbene colorazione e decolorazione dei capelli riguardino il fusto, ovvero la parte del capello che emerge dal cuoio capelluto, è possibile che le sostanze impiegate penetrino in minima parte nell’organismo, assorbite attraverso i vasi sanguigni che arrivano al cuoio capelluto.
Per ovvi motivi etici non esistono studi specifici sulla sicurezza d’uso delle colorazioni tricologiche in gravidanza: il rischio che alcuni elementi chimici che si trovano nelle tinture siano dannosi per la formazione dell’embrione porta ragionevolmente a sconsigliare l’uso delle tinte in gravidanza, almeno nel primo trimestre che è il periodo più importante e delicato per lo sviluppo del bambino.
Se la convivenza con qualche capello bianco o con un’antiestetica ricrescita è intollerabile, si consiglia di utilizzare colorazioni delicate prive di ammoniaca e resorcina, possibilmente a base acquosa, da applicare a circa mezzo centimetro dalla cute per ridurre al minimo il contatto del prodotto con la pelle. È inoltre opportuno distanziare il più possibile nel tempo le applicazioni.
Le stesse precauzioni andrebbero mantenute durante l’allattamento.
Per maggiori informazioni è indispensabile rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia.
Alcune informazioni sono reperibili nei siti di seguito consigliati:
www.salute.gov.it/saluteDonna/nascita
www.otispregnancy.org/hairtreatments